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Bioinformatics opportunities for health sciences librarians and information professionals (2004)
Esistono due ruoli molto diversi per i professionisti dell'informazione sanitaria che sostengono gli sforzi di ricerca e sviluppo in bioinformatica. Il primo è il ruolo più tradizionale perseguito nelle biblioteche accademiche di scienze della salute e nelle biblioteche aziendali. In questo ruolo, le responsabilità professionali si concentrano tipicamente sullo sviluppo della raccolta e sull'insegnamento, anche se queste attività richiedono un'istruzione o una formazione supplementari per il bibliotecario che supporta i clienti della bioinformatica. Il secondo ruolo è più spesso visto in strutture di ricerca e sviluppo o ambienti clinici, in cui il professionista dell'informazione è attivamente coinvolto nel processo di ricerca e gestione del progetto. Le responsabilità di questo ruolo possono includere il coinvolgimento nella ricerca della letteratura primaria o delle banche dati di sequenze genomiche, la gestione dei dati e delle conoscenze e la comunicazione e la scrittura tecnica collaborativa. Significativamente, questo secondo ruolo assomiglia più da vicino a quello dell'"informazionista", come indicato da Davidoff e Florance, in cui il professionista dell'informazione possiede sia una conoscenza di dominio significativa in scienza dell'informazione che competenze tecniche o biologiche specifiche, compresa la comprensione delle conoscenze applicate nella ricerca o nel contesto clinico. -
Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca: il potere delle parole per misurare l'impatto (2019)
In questi anni nella biblioteconomia italiana ha cominciato a diffondersi una diversa cultura della valutazione nella quale il tema dell'impatto sociale e dell'analisi dell'utenza sono diventati centrali. Centrali dal punto di vista teorico, tuttavia ancora marginali nella pratica della ricerca empirica a causa di una scarsa diffusione degli strumenti che ne facilitino l'applicazione nei diversi contesti. A fronte di questa evidenza si è diffusa una sensibilità verso le tecniche qualitative ed è avvertita l'urgenza e la necessità della comunità professionale di approfondire non solo le caratteristiche del metodo ma anche i percorsi e i temi di ricerca possibili: l'analisi dell'utenza potenziale, lo studio dei bisogni della comunità, l'approfondimento della percezione, dell'identità e del radicamento, lo studio delle biblioteche come organizzazioni. Il volume si focalizza su questi temi e in particolare su quello dell'impatto, da intendersi non solo come una misura ma anche come potente strumento di comunicazione che può favorire il riconoscimento della presenza stabile e capillare delle biblioteche e un allontanamento della marginalità alla quale a volte sembrano essere destinate. -
Carte del nuovo mondo: banche dati e open access (2017)
Lungi dall'essere soltanto contenitori tecnologicamente efficaci, le banche dati trasformano il contenuto stesso mentre lo ricevono e lo diffondono. L'Open Access ha affrontato la questione ridefinendo valori e prezzi, diritti e regole d'uso, offrendo trasparenza e accessibilità a tutti, a scienziati, studiosi, insegnanti, studenti, e a ogni mente curiosa. Il libro traccia una storia delle banche dati attraverso esperienze radicate nei luoghi e nelle comunità: dalla città-laboratorio di Los Alamos alle prestigiose università statunitensi; dall'ospedale di Bethesda, il più grande del mondo, all'information retrieval degli anni Sessanta, all'olio di Lorenzo e al Progetto Genoma. Il sapere più prezioso è ora disponibile liberamente nei repository -
Quando le biblioteche, anche biomediche, incontrano la comunità: I "Laboratori bibliosociali" in collaborazione con Animazione Sociale [2020]
Laboratori bibliosociali - Percorso collettivo di ricerca e confronto sul ruolo socioculturale delle biblioteche oggi in vari territori d'Italia.[...una competenza da acquisire anche per le biblioteche biomediche, i cui utenti sono innanzitutto dei cittadini, un intreccio di saperi di forte impatto!] -
Il bibliotecario documentalista formatore e la formazione degli operatori (sanitari e non)
L'introduzione nel 2003-2004 dell'ECM, ovvero dell'obbligo della formazione continua con crediti per i professionisti sanitari del SSN, ha introdotto la contraddizione per cui i bibliotecari documentalisti sono spesso formatori degli operatori del SSN anche se non obbligati essi stessi alla formazione (né riconosciuti giuridicamente come operatori del SSN). Questa situazione riguarda quasi tutti i bibliotecari documentalisti che lavorano in biblioteche di qualità e/o sono professionisti di spessore. In questa piattaforma solo qualche esempio, ma sono molti e molti di più: - Fare formazione per/con gli editori - Formazione & Informazione - La formazione della Biblioteca Virtuale per la Salute – Piemonte, BVS-P - La formazione fatta dalle biblioteche BiblioSan - La formazione fatta dall'Istituto Superiore di Sanità, ISS - La formazione del Network Bibliotecario Sanitario Toscano, NBST - La formazione negli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, IZS - La formazione nel mondo Evidence based Medicine, EBM - La formazione ai formatori su temi specifici ... -
Documentazione scientifica e banche dati biomediche: Create, Collect and Search [2019]
I biblio-documentalisti biomedici svolgono molta attività di formazione sia in presenza che a distanza. Talvolta vi è una collaborazione attiva con gli editori commerciali come in questo caso con Springer Healthcare Italia. La presentazione dell'esempio "tipo":"La ricerca bibliografica è un’importante necessità che spinge il professionista sanitario a navigare in Internet, dove si possono reperire, più o meno facilmente, articoli full-text, riassunti o semplici citazioni, contenuti in banche dati bibliografiche. Tuttavia, il sovraccarico informativo (cosiddetto “information overload”) richiede delle competenze che consentano di affrontare la quantità e la complessità delle informazioni e di individuare le informazioni di qualità. Per fare una buona ricerca è innanzitutto necessario scegliere con accuratezza le fonti (banche dati bibliografiche) e, in secondo luogo, sviluppare una corretta strategia di ricerca. La scelta della banca dati dipende strettamente dal tipo di quesito cui si vuole trovare risposta. In questo corso sarà affrontato il tema della ricerca bibliografica nelle principali banche dati, con l’obiettivo di fornire alcuni strumenti conoscitivi utili per agevolare l’accesso alla letteratura scientifica, lo sviluppo di un approccio critico alle evidenze e un interesse maggiore per la letteratura scientifica. Dato l’ampio interesse al tema, come dimostrato dai risultati dello stesso corso tenutosi nel 2018, che sono stati inclusi nella rilevazione dei fabbisogni, i destinatari del corso sono stati ampliati per includere tutte le professioni. Le conoscenze e competenze acquisite potranno favorire lo sviluppo professionale e l’applicazione delle evidenze scientifiche, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti, tramite l’adozione di pratiche evidence based" -
Il bibliotecario biomedico al tempo degli Altmetrics (2016)
Il bibliotecario biomedico sa che dietro ogni oggetto c'è un medico, un ricercatore, un paziente che ha bisogno di risposte immediate alle loro domande. In questo, il ruolo del bibliotecario non è diverso dal passato. Ciò che è cambiato è il contesto in cui si opera che è sempre più influenzato dagli strumenti del web. L'avvento dei social media ha facilitato le connessioni e la condivisione di informazioni e la comunità scientifica è ora interessata all'impatto sociale della ricerca, al di là del mondo accademico. Le biblioteche biomediche intervengono sempre più attivamente in diverse fasi della valutazione della ricerca e le metriche complementari o alternative possono diventare un valido alleato -
Il bibliotecario esperto di verifica della qualità delle informazioni. False notizie sul Coronavirus: dove verificarle (2020)
Vi è una lunga tradizione delle biblioteche, peraltro poco conosciuta al di fuori, in tema di verifica delle fonti informative, di capacità di controllare i fatti, di smascherare le fake news. Ricordiamo gli 8 principi IFLA e riportiamo solo un esempio dal mondo biomedico riferito al tempo della pandemia. Dal blog GIDIF RBM del 27 marzo 2020: "Nei giorni scorsi [marzo 2020] abbiamo cercato di dare il nostro piccolo contributo nello sforzo collettivo contro il COVID-19 divulgando link e punti di accesso alle informazioni mediche e scientifiche più aggiornate che possono essere utili ai nostri colleghi e ai professionisti sanitari. Esiste però un altro e non meno importante “fronte” della buona informazione che può avere ricadute molto importanti dal punto di vista della salute pubblica, ed è quello dell’informazione sanitaria alla popolazione. E nello specifico, quello del contrasto alle informazioni non controllate che spesso circolano in modo virale attraverso canali di informazione più o meno informali e autorevoli.In questo post cercheremo di condividere con voi alcune fonti di informazione che possono aiutarci a verificare le informazioni sanitarie sul Coronavirus con cui veniamo a contatto. Spesso si pensa che il problema della diffusione virale delle “fake news” sia circoscritto al chiacchiericcio dei social network. Ad esempio i numerosi messaggi circolati via Whatsapp. Spesso si ritiene che questa circolazione sia innescata da troll o comunità “complottiste” che iniettano queste informazioni e le fanno circolare di condivisione in condivisione per particolari interessi di parte.Eppure, può capitare di imbattersi in informazioni scorrette provenienti anche da fonti ritenute affidabili [...] -
Chi è il bibliotecario documentalista. Definizione MeSH (1991)
In questa piattaforma usiamo in modo intercambiabile il termine "bibliotecario biomedico”, bibliotecario della salute”, “bibliotecario documentalista”, “biblio-documentalista” a significare la figura che si occupa di gestire le biblioteche, o sezioni delle stesse rivolte a pubblici diversi nel settore della salute e delle scienze correlate. Nel vocabolario MeSH per indicare tale figura esiste il termine librarians è definito come uno specialista che possiede specifiche conoscenze, competenze e abilità di: - management di una biblioteca (o di parte dei servizi resi da una biblioteca) - amministrazione - organizzazione di materiale informativo e personale - interpretazione delle regole biblioteconomiche - sviluppo e mantenimento delle collezioni di una biblioteca - fornitura di servizi. Interessante notare che tale descrittore è stato introdotto nel MeSH solo nel 1991 mentre prima, dal 1966 al 1990, i contenuti relativi ai bibliotecari biomedici erano indicizzati con il descrittore relativo alle biblioteche.Interessante ancora rilevare che è collocato nella più ampia categoria degli Occupational groups che comprende i membri di varie professioni o occupazioni. Tale figura non afferisce alla sottocategoria del Personale sanitario, ma si situa al loro stesso livello gerarchico al pari di legali, assistenti sociali e personale di ricerca. La stessa cosa NON accade negli organigrammi delle aziende sanitarie in Italia.Vi è una consistente letteratura che testimonia il lavoro volto alla ricognizione del lavoro svolto dal bibliotecario documentalista biomedico in Italia, prima e dopo l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, e al riconoscimento giuridico della sua figura. -
Tra biblioteche l’unione fa la forza [2008]
Il ruolo degli editori commerciali, almeno alcuni, nel promuovere e sostenere la figura del bibliotecario della salute è, da sempre, molto importante. Il Pensiero Scientifico editore ne è un esempio. Le interviste ai bibliotecari documentalisti biomedici del Pensiero Scientifico hanno fatto storia... -
Il bibliotecario dell'EBM. Cochrane Library. Manuale d'uso [2020]
Dagli anni '90, con l'affermarsi dell'Evidence Based Medicine, ovvero Medicina basata sulle prove di efficacia , il bibliotecario documentalista biomedico ha svolto un ruolo sempre più importante in molte organizzazioni nei gruppi di lavoro sulle revisioni sistematiche della letteratura, come esperto in ricerca bibliografica nelle basi dati specialistiche e contributo alla selezione degli articoli. Tale ruolo è talora riconosciuto. Ne sono un esempio le autrici della presentazione sulla Cochrane Library allegata, fra le pioniere in Italia appartenenti al gruppo Cochrane Italia : Vanna Pistotti e Chiara Bassi -
Hai un problema? Chiedi al bibliotecario! Bibliotecari biomedici: una guida a cambiamento [2015]
Il tascabile di Barbara Martin e Cristian Lo Iacono – dal titolo Bibliotecari biomedici: una guida al cambiamento – costituisce un’analisi dettagliata e rigorosa relativa a un aspetto importante del mondo delle biblioteche: il bibliotecario biomedico. Questa professione non è ancora prevista dalla legislazione italiana e non vi è un termine che la rappresenti in n modo chiaro. In genere si intende un bibliotecario “prestato” al campo della sanità e che opera in contesti ospedalieri, aziende sanitarie o di centri di ricerca. Si tratta quindi di un bibliotecario di frontiera, di confine che promuove informazione scientifica di qualità. Informazione scientifica che ha visto un notevole ampliamento dell’offerta con l’avvento di strumenti sempre più web 2.0 oriented, mettendo tutto a disposizione a portata di un click. È quindi cambiato il ruolo del bibliotecario biomedico? In fondo no. Il moderno bibliotecario fa il lavoro che ha sempre fatto e cioè quello di assicurarsi che i propri utenti abbiano l’informazione di cui necessitano in tempi rapidi, nel formato che trovano più utile. Quello che di sicuro è cambiato, e sta cambiando, è il contesto ove il bibliotecario si trova ad operare; le Biblioteche, in particolare quelle biomediche, sono entità locali in un mercato dell’informazione e della conoscenza che è globale e viaggia prevalentemente sulla rete. Per tale motivo i due autori partono sin da subito mettendo in primo piano la necessità di comprendere i bisogni informativi dei propri utenti spostandosi sempre più da modelli centrati sul sistema, con interventi a pioggia, verso modelli dove l’utente e le sue esigenze diventano il fulcro centrale del proprio lavoro. Tale visione definita dai nostri autori “olistica”, permette, in tempi di risorse scarse e tagli radicali alle risorse, di decidere quali risorse acquistare e gestire favorendo la cooperazione fra biblioteche e la nascita di consorzi tra di esse (ad esempio, il Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo e Bibliosan). Qui entra in pieno gioco la conoscenza della propria utenza, ma anche la conoscenza dell’istituzione ove il bibliotecario si trova a operare. Infatti, sempre più attivamente le biblioteche biomediche intervengono nelle varie fasi di recupero e valutazione della produzione scientifica. Questo fornisce una visione a 360 gradi del proprio lavoro e contributo: dalla ricerca bibliografica, alla stesura dell’articolo, al supporto al processo di pubblicazione e, infine, alla valutazione del suo impatto. Il tutto nasce dalla stessa esigenza di sempre: fornire risposte in tempi brevi a clinici, ai ricercatori, agli infermieri che necessitano di risposte immediate ai loro quesiti medico-scientifici. I bisogni informativi del personale sanitario richiedono tempi rapidi, spesso al letto del paziente, basate su prove di efficacia e tratte dai principali database biomedici e farmaceutici.La maggior parte dei sanitari, ancora oggi, non acquisisce particolare dimestichezza nell’uso delle banche dati durante il proprio corso di studi. Per il professionista sanitario, quindi, il problema non è l’accesso all’informazione ma la sua selezione e comprensione senza inutili perdite di tempo e di energie. Tutto ciò richiede in primis una costante formazione del bibliotecario stesso. L’aggiornamento è la prima sfida per il bibliotecario e il documentalista biomedico. Formazione continua che segue i mutamenti delle banche dati, delle piattaforme di accesso alle risorse in un continuum di webinars, seminari, conferenze, convegni anche all’estero. Troppo spesso tale formazione è lasciata alla libera iniziativa del bibliotecario che segue percorsi da “autodidatta” in base ai mutamenti editoriali più che un preciso percorso di crescita. Visto in quest’ottica il ruolo del bibliotecario biomedico muta nello scenario contemporaneo. Come sottolineato dai due autori oltre al supporto nell’acquisizione documentale del Document Delivery, alla gestione dei cataloghi e loro aggiornamento, alla gestione degli acquisti, si affianca un ruolo fondamentale: quello del bibliotecario formatore. In tale veste il bibliotecario non fornisce solo “corsi” sulle banche dati biomediche e le risorse della biblioteca ma diventa un ponte, un tramite verso un mondo sempre più informatizzato. Il passaggio dalla carta all’online ha sì permesso al ricercatore un recupero immediato della documentazione scientifica ma allo stesso tempo ha messo in luce la scarsa dimestichezza dei clinici all’uso delle risorse elettroniche. Nel contempo i bibliotecari biomedici dovranno sempre più affrontare una nuova generazione di digital natives ove la funzione sarà quella di indirizzare l’informazione verso un uso costruttivo e partecipato dei social media non solo per aumentare la visibilità dei ricercatori, ma anche per la possibilità di fare rete in cui i clinici si scambiano informazioni dati e contenuti. E i pazienti ? Proprio attraverso l’uso dei social media, delle pagine Facebook dei nostri enti o delle biblioteche e dei blog, è possibile dare informazioni in modo semplice ma al contempo accurato sulle nuove scoperte evitando ai pazienti la ricerca forviante sul web. D’altra parte alcune biblioteche all’interno dei propri ospedali hanno da tempo aperto punti informativi per i pazienti a con l’obiettivo principale di fornire informazioni scientifiche di qualità, mirate e personalizzate e, contestualmente, di offrire un servizio di accoglienza ai pazienti, familiari e cittadini. Per quest’ultimo e per la disamina precedente il bibliotecario biomedico dovrebbe essere maggiormente coinvolto nei progetti di ricerca. Non solo per gli aspetti di ricerca veri e propri, o della raccolta dati, ma anche per quello che gli autori definiscono il passaggio dalle competenze alle capacità di chi mette a disposizione le proprie conoscenze ad altri professionisti per produrre dei risultati in ambito clinico o di ricerca. Parola chiave diventa reciproca fiducia. Per tutto il resto vale sempre il motto del bibliotecario: hai un problema? Chiedi in biblioteca! -
Qualche prodotto significativo , frutto della collaborazione con Biblioteche-Centri di Documentazione in Italia
Sulla scia dei prodotti della capacità innovativa e collaborativa di grandi biblioteche biomediche straniere quali: PubMed e MedlinePlus solo due delle tante risorse prodotte e manutenute dalla National Library of Medicine (NLM) e dal National Center of Biotechnology Information (NCBI), entrambi afferenti al National Institute of Health (NIH), USA come abbiamo visto ne Le origini CISMeF, è un progetto avviato dal Centro Ospedaliero Universitario di Rouen, Francia. Questo catalogo indicizza, dal 1995, i principali siti e documenti in lingua francese e rende disponibili anche risorse per i i cittadini pazienti. accenniamo a qualche prodotto italiano realizzato in partnership con biblioteche biomediche, servizi di IT e altri. - Il Medical Subject Heading in italiano a cura del Servizio Documentazione dell'ISS - il portale ISSalute per l'informazione sanitaria di qualità al cittadino di lingua italiana, prodotto e manutenuto dall'ISS: vi collaborano anche biblioteca, servizio documentazione e attività editoriali - CiGNOweb.it, il database di risorse informative per i pazienti sui tumori in lingua italiana prodotto e manutenuto dalla biblioteca del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (CRO) IRCCS (è la continuazione di Azaleaweb, 2003-2006, progetto collaborativo supportato da 6 biblioteche oncologiche e dalla rete Alleanza Contro il Cancro). Entrambi accessibili tramite BiblioSan - Risorse per il cittadino in fase di validazione, ETHIC, Evaluation Tool of Health Information for Consumers Molti altri sarebbero degni di nota... -
BVS-P. Biblioteca virtuale per la Salute Piemonte [2017]
La Biblioteca Virtuale per la Salute – Piemonte è uno strumento di supporto all’attività degli operatori della sanità piemontese.La qualità delle cure, la loro appropriatezza, l’indipendenza di giudizio su prodotti e farmaci, la conoscenza delle novità terapeutiche, il progresso professionale, la razionale programmazione e gestione dei servizi sanitari sono strettamente connessi con la possibilità di ricerca e di approfondimento scientifico da parte di tutto il personale della Sanità.La Biblioteca Virtuale per la Salute – Piemonte (BVS-P) nasce per volontà della Regione Piemonte e la sua gestione, prima affidata al Centro di Documentazione Regionale DoRS della ASL TO3, è ora assegnata alla ASL di Biella con DGR prot. n. 57-4531 pubblicata sul BURP n. 3 del 19 gennaio 2017.La BVS-P offre periodici elettronici e banche dati agli operatori della sanità piemontese, per consentire loro di ricercare progressi e significati nella letteratura scientifica, sui temi della salute e dell’ambiente.Inoltre si propone di promuovere la medicina basata sulle evidenze, e di contribuire alla formazione nel campo della ricerca bibliografica e della valutazione critica della letteratura scientifica. -
INFOR_BIOMED. Rete Ligure per le Risorse Informative Biomediche [2008-]
Infor_Biomed Liguria nasce per volontà di fornire a tutte le figure professionali del servizio sanitario ligure un facile e veloce strumento per la condivisione in rete di informazioni bibliografiche di qualità. Il 27 marzo 2008 la Regione Liguria e le aziende sanitarie territoriali (ASL, EO, IRCCS) hanno siglato l'intesa per la realizzazione di Infor_Biomed, un irrinunciabile strumento di lavoro e di aggiornamento professionale. -
SBBL, Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo [1994-]
SBBL è la biblioteca biomedica di Regione Lombardia, ovvero il sistema di biblioteche biomediche creato negli anni '90 dalla Regione Lombardia allo scopo di offrire una corretta e aggiornata documentazione scientifica e clinica al personale sanitario operante nelle strutture sanitarie lombarde pubbliche e/o accreditate. Attraverso una rete di biblioteche e centri di documentazione aderenti a SBBL, la Regione garantisce agli operatori la possibilità di un supporto scientifico alle decisioni cliniche complesse e la formazione continua permanente, nel quadro della medicina basata sulle evidenze. SBBL rappresenta un significativo e strategico punto di riferimento per la gestione della Sanità in Lombardia che punta sulla cultura e sull’aggiornamento professionale degli operatori sanitari per incidere sul livello qualitativo delle prestazioni sanitarie. -
Formazione & Informazione: Ufficio Formazione & Biblioteca scientifica
Vi sono organizzazioni del SSN, di medio-piccola dimensione o caratterizzate da flessibilità organizzativa, in cui la Biblioteca, che si occupa dell'aggiornamento continuo del personale, e l'Ufficio Formazione, che provvede alla formazione continua ECM, sono strettamente interdipendenti [e diretti dalla stessa persona]. Una di queste è l'IRCCS Neurologico Casimiro Mondino di Pavia -
La biblioteca della Fondazione Rovati e il Museo Etrusco a Milano, Monza. Scienza, etruscologia e arte (2020)
La Fondazione Rovati di Monza annuncia l’apertura nel 2021 della biblioteca che raccoglierà testi scientifici, d’arte e arte contemporanea e soprattutto un vasto corpus specialistico dedicato all’etruscologia. Testi e riviste scientifiche, ovviamente, perché all’origine c’è un’industria farmaceutica, ma poi volumi di etruscologia, arte e archeologia, storia del paesaggio, topografia antica, storia delle religioni, manuali di storia e discipline antichistiche, fonti greche e latine, volumi sulla geografia del mondo antico e opere di grande interesse quali le collezioni del Corpus Speculorum Etruscorum, importanti periodici e un nutrito fondo di saggi d’arte con un focus sulle arti contemporanee. Sarà questa la biblioteca privata [manager la bibliotecaria documentalista Francesca Gualtieri] ma aperta ai ricercatori e agli studiosi creata dalla Fondazione Rovati a Monza. Dove confluiscono, per esempio, due dei più importanti fondi italiani di studi sull’etruscologia: la Fondazione Rovati sta completando al realizzazione del Museo Etrusco a Milano e sarà a Monza, nella sede storica di Rottapharm Biotech, che trovano casa la raccolta specialistica di Giovannangelo Camporeale e la donazione degli eredi di Emilio Arrigoni. -
La circolarità della comunicazione in Sanità. Ne parla la presidente EAHIL [2019]
Come in economia, anche in Sanità la comunicazione è circolare: dal paziente, al medico, infermiere, paziente, intermediario, documentalista, giornalista, paziente, medico...in un flusso che viaggia n più direzioni e su più canali. Per far fronte alla complessità della comunicazione in medicina è necessario un dialogo aperto fra biblio-documentalisti biomedici, giornalisti, filosofi, medici, infermieri, pazienti...Il tema è stato affrontato al Workshop “La circolarità della comunicazione in sanità: potere e rischi” organizzato dal GIDIF-RBM a Milano il 15 marzo 2019 nell’ambito del Convegno Bibliostar. Fra i relatori, l'allora presidente dell’EAHIL Maurella della Seta che ne parla nella sua Lettera del presidente pubblicata nel Journal of EAHIL. Si legge nella lettera della Presidente EAHIL: «La “biblioteca integrata” non è più solo un’aspirazione, ma un nuovo modello e una serie di tecniche volte a migliorare l’integrazione sociale di informazioni e servizi in un mondo globale. Le biblioteche prevedono, quindi, la sfida della complessità. […]. Nel contesto sanitario lo scenario è particolarmente impegnativo per tre ragioni principali: a) la posta in gioco è la salute delle persone; b) interessi importanti, compresi quelli di natura economica; c) comunicazione che svolge un ruolo strategico, dal momento che non è facile salvaguardare l’affidabilità dell’informazione trasmessa. Da qui l’idea di proporre un laboratorio dedicato alla comunicazione sanitaria, come opportunità di condivisione e riflessione […]. La speranza – conclude Maurella Della Seta – è che da questa breve relazione possa essere di ispirazione per nuove idee da applicare alle nostre realtà locali».Il testo integrale del report del Workshop delle Stelline è stato pubblicato su Biblioteche oggi 2019 a cura degli organizzatori. -
La biblioteca biomedica dell'Università di Firenze (2020)
La Biblioteca Biomedica dell'Università di Firenze è depositaria di un patrimonio librario e manoscritto straordinario, le cui origini risalgono al 1678... Cercando con "biblioteca medica" o "biblioteca biomedica" su YouTube si ottengono video soprattutto di biblioteche biomediche universitarie. Un' ulteriore dimostrazione della debolezza della visibilità dei presidi bibliotecari del Servizio Sanitario Nazionale. Esempio di presenza di biblioteche mediche su YouTube -
If they don’t know what you’re doing, then tell them! part of the issue Library Marketing (2011)
Imparare a fare un buon marketing in biblioteca è fondamentale. in questo numero di Elsevier's Library Connect giugno 2011, alcuni articoli sull'argomento. Di seguito: "Se non sanno cosa stai facendo, allora diglielo! Un primer su come iniziare il marketing" Zuzana Helinsky, Library Consultant, zh Consulting, Lund, Svezia Altrettanto importante è imparare a misurare l'impatto delle biblioteche -
Napoli: un modello “integrato” per la Biblioteca di area medica [2017]
La Biblioteca Medica opera in un duplice contesto, quello accademico e quello sanitario, deve quindi fornire una serie di servizi. Pertanto, il bibliotecario biomedico deve adattare e acquisire nuove competenze e quindi devono essere identificati nuovi profili professionali. La nuova definizione della Biblioteca Medica dovrebbe essere integrata, non più spazio fisico o virtuale -
Biblioterapia Italiana. Non più di mezz'ora: dialoghi sulla biblioterapia [2021]
La Biblioterapia è un termine che è stato coniato nel 1916 da Samuel Crothers: non è quindi una disciplina nuova. Oggi viene chiamata anche Shared Reading per evitare la concezione “sanitaria” che la parola originaria fraintende. Se ne sente parlare poco e in modo approssimativo di questo strumento. E invece è un metodo a disposizione di diversi professionisti medici e non medici. Ognuno di loro può avvalersi di ogni tipo di materiale narrativo per raggiungere i propri obiettivi professionali. Ma come funziona? E’ possibile utilizzare la Biblioterapia all’interno di un gruppo o in una o più sedute face-to-face. Il conduttore del gruppo funge da facilitatore nell’utilizzo del materiale narrativo. E’ lui che fissa gli obiettivi da raggiungere, sceglie i testi da utilizzare, decide come presentarli e quali domande-stimolo porre. E’ sempre suo compito dare regole al gruppo e monitorare che tutto vada bene: coinvolge i più ritrosi, stimola i dubbiosi, seda eventuali diatribe. Alla fine deve anche essere in grado di verificare se i risultati attesi sono stati raggiunti. Per entrare nel dettaglio, la biblioterapia si divide in biblioterapia clinica e biblioterapia dello sviluppo. La prima viene utilizzata dalle figure mediche mentre la seconda dalle figure laiche (ovvero non mediche) come gli educatori, gli insegnanti, i bibliotecari, i counselor, i filosofi, gli operatori sociali, gli infermieri. Attività: Laboratori di crescita personale cn i libri Accademia Online di Biblioterapia e Tecniche narrativeProposte per Scuole e BibliotecheStudi sulla biblioterapia Interviste Video "Non più di mezz'ora" -
For a history of Documentation in Italy : the Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata (1983-2017)
Obiettivo dell'Associazione era di divulgare la conoscenza della Documentazione e dell'attività del documentalista. Promuoveva l'organizzazione di eventi e attività di formazione e certificazione professionale. Oltretutto, essa sosteneva la comunità scientifica mediante la creazione di gruppi di lavoro e di studio e contribuiva alla diffusione delle notizie con il giornale «AIDAinformazioni». AIDA era presente nello scenario nazionale e internazionale dell'informazione scientifica tramite la collaborazione con altre associazioni professionali. [Testo dell'editore].