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Indietro non si torna (2009)
Gestire la biblioteca di un istituto privato presenta problematiche diverse rispetto agli istituti pubblici? Di recente, ci sono state riduzioni nel budget? Sono convinta che, nella situazione attuale di crisi economica generale, le biblioteche, sia pubbliche che private, stiano tutte attraversando un momento difficile: i tagli coinvolgono anche le biblioteche. Molto dipende poi, dalla politica che il proprio Ente attua, per riuscire a conciliare i tagli con la minore penalizzazione possibile della qualità del servizio offerto. Nel 2006 sono subentrata come responsabile della biblioteca medico-scientifica e mi è stato chiesto di contenere al massimo le spese degli abbonamenti. Ho proceduto con l’eliminazione di titoli che dalle statistiche di accesso risultavano poco consultati. In questi ultimi due anni, la spesa è rimasta pressoché invariata, grazie anche alla nostra appartenenza a BiblioSan, che ci ha consentito di risparmiare ulteriormente e con un minimo impegno ci ha permesso l’accesso a migliaia di nuovi titoli. Come risultato complessivo abbiamo potuto garantire un servizio migliore qualitativamente, pur riducendo la spesa. Nel vostro Istituto, il documentalista ha una suo riconoscimento professionale? No, nessun riconoscimento ufficiale. La sottoscritta è “referente” della biblioteca... -
Bibliotecario medico-scientifico. Chi è costui? (2009)
Sul portale del vostro Ospedale [Ospedale Bambin Gesù IRCCS] avete inserito molti materiali di supporto alla ricerca delle fonti bibliografiche, con tutorial che spiegano passo dopo passo come condurre una ricerca avanzata. Avete avuto un feedback sul loro utilizzo? È importante distinguere la biblioteca medica dell’ospedale dalla Medical library del nostro portale, poiché la seconda è un servizio rivolto principalmente agli utenti esterni. Le banche dati e le collezioni di riviste sono su una piattaforma controllata dal distributore e non da noi. La base dati CINAHL è ampiamente utilizzata anche dagli infermieri interni che, al momento, rappresentano una categoria professionale che sta molto crescendo nella formazione, sui tutorial, in particolare, non ho un feedback preciso: so che sono adoperati, ma forse non in modo ottimale… Che vuol dire? Sono molto ben fatti, ma con l’esperienza maturata in anni di corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari, posso dire che le slide e i video tutorial creati dai distributori sono molto meno utili ai nostri utenti degli stessi strumenti prodotti dai professionisti dell’informazione. Abbiamo iniziato a fare formazione interna, organizzando corsi in cui venivano presentate le risorse della biblioteca ed i servizi a disposizione dell’utenza e l’agente di un editore, su nostro invito, illustrava un loro prodotto, da noi acquisito, spiegandone le modalità di utilizzo. In quei contesti, mi sono resa conto che, nonostante le presentazioni del relatore esterno fossero belle, interessanti e ineccepibili, l’obiettivo non veniva raggiunto e che, forse per un approccio più da venditore che da formatore, chi spiegava non era efficace come può esserlo un bibliotecario... -
Il bibliotecario di oggi (2015)
I bibliotecari biomedici sono contenti dei cambiamenti in atto in diversi settori che impattano sulla loro professione? È sempre difficile generalizzare. In linea di massima penso che i bibliotecari (e i bibliotecari biomedici in particolare) siano persone decisamente innamorate della loro professione, nella quale riversano una passionalità e un attaccamento che raramente viene compreso da chi bibliotecario non è. Di conseguenza, i cambiamenti sono generalmente vissuti come una sfida, un’occasione per apprendere cose nuove. Si cerca di trasformare le innovazioni tecniche in strumenti e servizi nuovi per la nostra utenza, in un’ottica direi “traslazionale”… E, non sempre, l’entusiasmo per le novità è collegato in maniera direttamente proporzionale all’età anagrafica: ho avuto colleghi entusiasti e battaglieri fino alle soglie del pensionamento e altri molto più giovani che ricalcano perfettamente il cliché dell’“impiegato statale” nella sua accezione peggiore. I problemi maggiori sono di tipo economico oppure organizzativi? Entrambi. Anche se penso che i problemi organizzativi in senso lato siano il limite maggiore. La burocrazia sta diventando sempre più pesante con l’unico risultato di spegnere gli entusiasmi e la voglia di sperimentare e innovare. A monte però vedo limiti macroscopici connaturati ad una mentalità tipicamente italiana che dovremmo cambiare radicalmente, perché ci limita in tutti i settori: condivido pienamente la pesante critica di Moni Ovadia relativa all’amore degli italiani per la “moderazione”, virtù altrove, ma che in Italia diventa “ferocia”. Amiamo i giochi un po’ ipocriti, in una mediocrità squallida che ci insegna a non prendere una posizione chiara pur di non rischiare, rinunciando al diritto/dovere di sognare, di assumerci dei rischi, di parlare chiaramente e di tenere fede alla parola data. Ammiro l’analisi di Enzo Bianchi: la patologia che oggi affligge l’Occidente è affievolimento dell’atto del credere, venir meno della fiducia in se stessi e negli altri, nel futuro e nella terra. Credere, fare fiducia è diventato faticoso e raro. Pensiamo ai nostri interessi personali, alla nostra popolarità di periferia. Così facendo si corrode la fiducia reciproca e, sulla distanza, non si costruisce nulla. Nella guida (Bibliotecari biomedici, ndr) ho voluto inserire una parte sul management con alcune riflessioni di Peter Drucker: è fondamentale capire che la fiducia è la base sulla quale vengono costruite le organizzazioni e che la domanda fondamentale per chi lavora nel settore pubblico dovrebbe essere: quale può essere il mio contributo (sulla base dei miei punti di forza, del mio metodo di studio e lavoro, dei miei valori)?... -
Hai un problema? Chiedi al bibliotecario! (2015)
Il tascabile di Barbara Martin e Cristian Lo Iacono – dal titolo Bibliotecari biomedici: una guida al cambiamento – costituisce un’analisi dettagliata e rigorosa relativa a un aspetto importante del mondo delle biblioteche: il bibliotecario biomedico. Questa professione non è ancora prevista dalla legislazione italiana e non vi è un termine che la rappresenti in modo chiaro. In genere si intende un bibliotecario “prestato” al campo della sanità e che opera in contesti ospedalieri, aziende sanitarie o di centri di ricerca. Si tratta quindi di un bibliotecario di frontiera, di confine che promuove informazione scientifica di qualità. Informazione scientifica che ha visto un notevole ampliamento dell’offerta con l’avvento di strumenti sempre più web 2.0 oriented, mettendo tutto a disposizione a portata di un click... -
Bibliotecari e ricercatori alleati (2015)
In questa intervista Lee Seok Hong racconta la grande evoluzione del lavoro dei bibliotecari biomedici dell'Università Nazionale di Singapore -
Fatti amico un bibliotecario (2015)
Come è cambiata la figura del bibliotecario biomedico negli ultimi anni? Da quando ho iniziato a lavorare nel 1989 il ruolo del bibliotecario biomedico è cambiato molto nel campo dell’assistenza sanitaria e nel corso degli ultimi anni continua a cambiare. Viene data molta più enfasi all’insegnamento e alla ricerca. I bibliotecari biomedici fanno parte di team di clinici per aiutarli a trovare informazioni e ad eseguire una ricerca bibliografica su Medline e su altre fonti di informazioni biomediche. Inoltre, insegnano agli studenti di medicina come funziona il mondo dell’informazione. Questo duplice ruolo di insegnamento e di ricerca è sempre stato importante ma sembra esserlo diventato sempre di più negli ultimi anni.... -
Biblioteche digitali e oltre: dati aperti e interconnessi (2021)
Le biblioteche-centri di documentazione biomedica e i professionisti che vi operano, si trovano spesso al centro di cambiamenti che devono essere interpretati e colti, se possibile anticipati. L'applicazione della tecnologia LOD e l'integrazione fra diversi tipi di risorse offre grandi possibilità e prospettive non solo in termini di ampliamento di servizi che le biblioteche offrono agli utenti ma anche di valorizzazione dei patrimoni culturali e documentali delle organizzazioni cui afferiscono, siano esse ospedali o servizi territoriali, IRCCS, università, centri privati o case farmaceutiche. Il workshop su “Biblioteche digitali e oltre: dati aperti e interconnessi. Esperienze e nuove direzioni per il biomedico”, che il GIDIF RBM ha organizzato iI 23 giugno 2021 su piattaforma Zoom, data la perdurante pandemia, è dedicato alle applicazioni basate su tecnologia Linked Open Data e ai nuovi confini che si estendono anche per l’informazione biomedica. Lo scopo del workshop è quello di prospettare la transizione dalla teoria alla pratica di tale tecnologia applicata alle biblioteche-centri di documentazione, attraverso il confronto fra ditte e organizzazioni di cura e gli spazi di libertà e credibilità che i biblio-documentalisti riusciranno a conquistarsi grazie alle loro competenze, curiosità e l’attitudine all'incrocio dei saperi. -
GIDIF-RBM logo
Logo GIDIF-RBM, Gruppo Italiano Documentalisti Industria Farmaceutica Ricerca Biomedica (dal 1985) -
Information work of hospital librarians: Making the invisible visible (2021)
L'obiettivo di questo documento è quello di esplorare e rendere visibile il modo in cui il lavoro informativo dei bibliotecari ospedalieri è attuato nelle "pratiche chiave" in cui i servizi della biblioteca ospedaliera sono impiegati per sostenere la pratica basata sull'evidenza. Il materiale empirico è stato prodotto in tre biblioteche ospedaliere in tre diverse regioni della Svezia tra gennaio e marzo 2020. Per analizzare nove interviste semi-strutturate con bibliotecari ospedalieri e gestori di biblioteche ospedaliere si ricorre a un approccio orientato alla pratica utilizzando il lavoro teorico di informazione sugli obiettivi, unitamente a note sul campo provenienti da osservazioni di interazioni tra bibliotecari ospedalieri e operatori sanitari. L'analisi indaga le condizioni del lavoro informativo svolto dai bibliotecari ospedalieri in quanto partecipanti a tre pratiche chiave: pratiche cliniche, pratiche di ricerca di informazioni e pratiche Health Technology Assessment (HTA). I risultati dell'analisi sono relativi a quattro categorie di informazioni di lavoro invisibile, e la natura del lavoro di informazione fatto per contrastare diversi tipi di invisibilità all'interno delle pratiche chiave è discusso. I risultati suggeriscono che una parte sostanziale del lavoro informativo dei bibliotecari ospedalieri è invisibile ai clinici. Allo stesso tempo, i bibliotecari degli ospedali compiono notevoli sforzi per contrastare diversi tipi di invisibilità, ad esempio attraverso la creazione di relazioni con il personale sanitario e per sviluppare e rendere visibili competenze specializzate. In particolare, l'importanza attribuita alla pratica basata sull'evidenza nel settore sanitario consente ai bibliotecari di essere considerati dai clinici come partner legittimi con competenze chiaramente definite in situazioni specifiche. -
The power of informal cancer caregivers' writings: results from a thematic and narrative analysis (2021)
Il cancro è una malattia che sconvolge non solo la vita del paziente, ma anche quella dell'intera famiglia, da una prospettiva di cura, organizzativa ed emotiva. I pazienti condividono frequentemente la loro esperienza di malattia con il loro caregiver informale (IC), un partner, figlio/ figlia, amico, volontario o qualsiasi altra persona della famiglia o della rete sociale che si offre di sostenerli durante il loro viaggio clinico. Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare le esperienze oncologiche ancora sconosciute dei IC attraverso le storie dei partecipanti al Concorso Artistico Letterario organizzato dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (CRO) IRCSS e comprendere i temi che sono emersi dai loro testi e, quindi, la potenza della scrittura espressiva. Materiali e metodi Uno studio qualitativo è stato effettuato sui testi letterari utilizzando i tre livelli di analisi narrativa di Mishler: tematica (per rilevare temi e sottigliezze), strutturale (per sostenere il livello tematico), e performativo (per comprendere il significato delle narrazioni). Inoltre, le narrazioni sono state classificate in base ai modelli di Kleinman e Frank. Una particolare attenzione è stata posta sul linguaggio delle narrazioni per identificare figure retoriche, ad esempio metafore legate al cancro. -
Tante informazioni e nuove sfide. Come covid-19 ha rivoluzionato le biblioteche scientifiche (2021)
[...] a giocare un ruolo chiave fin dall’inizio della pandemia di covid-19 sono stati i bibliotecari e documentalisti scientifici. Il loro ruolo, infatti, va oltre la gestione degli abbonamenti e l’accesso alle risorse educative. Dovrebbero essere curatori di contenuti che mirano a fornire la migliore assistenza possibile ai professionisti sanitari, aiutando a tracciare il percorso verso un’assistenza sanitaria di livello... -
Biblioteche mediche, documentalisti e nuovi bisogni di aggiornamento (2021)
[...] Orientarsi in questo oceano di pubblicazioni e mantenersi al passo delle conoscenze, quindi, è sempre più difficile. Per questo il ruolo dei documentalisti acquisisce sempre maggiore importanza, in quanto responsabili del processo di selezione delle riviste da includere ed escludere dagli archivi delle biblioteche biomediche e per le loro capacità di utilizzare i filtri di ricerca che permettono di individuare le fonti più adeguate sulla base degli interrogativi formulati dai medici. Queste competenze non solo permettono ai documentalisti di aiutare gli operatori sanitari in caso di problematiche di tipo clinico, ma rivestono un ruolo centrale anche nella definizione dello stato dell’arte circa un dato argomento oggetto di un progetto di ricerca. Per capire cosa è già noto e cosa deve essere ancora chiarito o scoperto.... -
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Logo Editrice Bibliografica -
Biblioteche e bibliotecari in sanità tra Compassionate Computing e fake news. Nuovi scenari al tempo della pandemia (2021)
Le biblioteche sanitarie, in quanto istituzione sociale, sono responsabili della sensibilizzazione alla salute pubblica e della fornitura di informazioni aggiornate agli operatori sanitari e agli utenti. In qualsiasi pandemia, il ruolo di un bibliotecario è quello di ideare strategie di comunicazione efficaci che forniscano al pubblico e alle popolazioni esposte che sono più a rischio informazioni attuabili per garantire la sicurezza dei cittadini. Nell'era dei social media, la disinformazione è diffusa attraverso diversi canali di social media e i bibliotecari devono contrastare questo fenomeno solo condividendo informazioni affidabili. Nella pandemia del coronavirus, la letteratura mostra che due strategie sono più efficaci per i bibliotecari e gli utenti: facilitare il lavoro da casa per il personale di biblioteca e fornire agli utenti le informazioni necessarie per evitare l'infodemia -
Improving peer review of systematic reviews by involving librarians and information specialists: protocol for a randomized controlled trial (2021)
Contesto Continuano a esistere problemi con la segnalazione e il rischio di distorsioni nei metodi e nelle strategie di ricerca nelle revisioni sistematiche e nei tipi di revisione correlati. I revisori alla pari, che non hanno familiarità con ciò che è richiesto per segnalare in modo trasparente e completo una ricerca, potrebbero non essere disposti a rivedere gli elementi di ricerca delle revisioni sistematiche, né possono sapere cosa potrebbe introdurre pregiudizi in una ricerca. I bibliotecari e gli specialisti dell'informazione, che hanno esperienza nella ricerca, possono offrire conoscenze specifiche che contribuirebbero a migliorare il report della ricerca per la revisione sistematica e ridurre il rischio di errori sistematici, ma sono sottoutilizzati come revisori metodologici. Metodi: Questo studio valuterà l'effetto dell'aggiunta di bibliotecari e specialisti dell'informazione come revisori inter pares metodologici sulla qualità dei rapporti di ricerca e sul rischio di errori sistematici nelle ricerche di revisione. Lo studio sarà uno studio controllato randomizzato pragmatico utilizzando 150 articoli di revisione sistematica presentati a BMJ e BMJ Open come unità di randomizzazione. I manoscritti che riportano le revisioni sistematiche completate e i relativi tipi di revisione e che sono stati inviati per la revisione inter pares sono ammissibili. Per ogni manoscritto randomizzato all'intervento, un bibliotecario/ specialista dell'informazione sarà invitato come un revisore peer aggiuntivo utilizzando pratiche standard per ogni rivista. I primi manoscritti di revisione saranno valutati in duplice copia per segnalare la qualità e il rischio di errori sistematici, utilizzando l'aderenza a 4 elementi del giudizio di PRISMA-S e dei valutatori su 4 domande di segnalazione dal dominio 2 di ROBIS, rispettivamente. Le informazioni identificative dei manoscritti saranno rimosse prima della valutazione. Discussione: I risultati primari di questo studio sono la qualità delle relazioni come indicato dalle differenze nella proporzione di ricerche adeguatamente segnalate nei manoscritti di prima revisione tra gruppi di intervento e di controllo e il rischio di distorsioni come indicato dalle differenze nelle proporzioni di manoscritti prima revisione con alta, basso e poco chiaro pregiudizio. Se l'intervento dimostra un effetto sul report di ricerca o di bias, questo può indicare la necessità per gli editori di riviste di lavorare con bibliotecari e specialisti dell'informazione come revisori metodologici. -
Information specialists and researchers working together for health promotion: Benefits from school-work educational programmes at the National Institute of Health in Italy (2021)
Nel 2015, il Ministero della Pubblica Istruzione italiano ha lanciato nella scuola superiore innovativi programmi educativi che prevedono iniziative di "alternanza scuola-lavoro". In questo quadro, l'Istituto Superiore di Sanità, ISS è stato fra i primi istituti scientifici a sviluppare programmi educativi con la scuola. La scuola, coinvolgendo gli studenti in attività di ricerca sanitaria, ha consentito un miglioramento dell'alfabetizzazione sanitaria, l'acquisizione di un maggior capacità di comunicazione scientifica e interesse degli studenti per le carriere scientifiche. Questo articolo si concentra su come l'alfabetizzazione sanitaria e la promozione della salute possano essere insegnate a studenti attraverso la partecipazione a questo programma. Si tratta di una collaborazione multidisciplinare fra diversi stakeholder-tutor ISS (ricercatori, esperti di informazione e comunicazione), insegnanti e studenti. -
Sanità 4.0: la salute digitale come la vorremmo oggi, non domani (2021)
Ricordo con chiarezza un incontro di qualche anno fa. Conosco Giancarlo De Leo dell’Osservatorio Sanità Digitale, che a sua volta mi introduce a Gaetana Cognetti della Biblioteca dell’IFO. Arrivo in biblioteca una mattina di luglio e trovo ad accogliermi una Gaetana Cognetti che mi racconta un mondo affascinante e a me colpevolmente sconosciuto. Scopro l’esistenza di Bibliosan, la rete delle biblioteche degli enti biomedici italiani e mi rendo conto della centralità della biblioteca di un IRCSS, come punto di riferimento per i medici e per i pazienti. Mediatore di conoscenze ma anche luogo di esplorazione e di ibridazione di saperi. È qui, quella mattina, che Gaetana mi presenta Maria Cecilia Cercato, epidemiologa ed oncologa e referente in IFO per la medicina narrativa. Da subito la dottoressa Cercato esplicita che non è molto digitale e non ha profili “social”. È l’inizio di un bellissimo sodalizio professionale e culturale che ci ha portato a pubblicare i primi studi di medicina narrativa digitale in oncologia e a pochi giorni dall’inizio del lockdown a trasformare l’IFO in ospedale anche digitale, aperto a distanza a tutti. Per tutto questo sono molto contenta di vedere pubblicato Sanità 4.0 e medicina delle 4P, a cura di Gaetana Cognetti, in cui con Maria Cecilia Cercato raccontiamo anche l’inizio della medicina narrativa digitale all’IFO. È un e-book che mi appare come la preziosa biblioteca del palazzo della salute digitale in cui tutti vorremmo trovarci non domani, ma oggi. L’accesso immediato e apparentemente illimitato agli archivi digitali rischia di far sparire la centralità del bibliotecario, come Amazon rischia di far sparire il libraio. Come ricorda invece Gaetana Cognetti nell’introduzione: “le competenze dei bibliotecari non si fermano solo al ruolo di recupero delle informazioni valide, aggiornate e basate su prove scientifiche. I bibliotecari per poter gestire milioni di informazioni (libri, articoli, letteratura grigia ecc.) hanno sviluppato per secoli metadata, standard, sistemi terminologici e ontologie che sono oggi alla base della possibilità di navigare tra le conoscenze e porre le fondamenta all’ attuale evoluzione “dirompente” nel settore sanitario”. -
Il bibliotecario documentalista nelle USL (1994)
L' annoso problema deI riconoscimento della figura professionale del bibliotecario/ documentalista nelle Usl è tuttora irrisolto [...] -
https://www.rib-gidif.org/s/rib/media/228
"Presentazione Questo numero del Bollettino contiene alcuni contributi di bibliotecari biomedici. Poiché a novembre [1988] si terrà a Bologna la Seconda Conferenza Europea delle Biblioteche Biomediche, l'Associazione ha voluto così contribuire all'informazione sull'attività professionale in questo speciale settore. Ci siamo prefissi di illustrare ai Colleghi chi siamo, cosa facciamo e quali sono i nostri problemi, piuttosto che dipanare argomenti di esclusiva pertinenza delle biblioteche biomediche. Vilma Alberani esamina in una esaustiva rassegna l'attività professionale e la bibliografia prodotte finora in Italia; Gabriella Poppi e Adriana Dracos si cimentano in un raffronto tra i ruoli e i compiti individuati dai colleghi americani e inglesi e la realtà attuale della nostra professione; Rita Iori e Fulvia Sirocco radiografano la posizione dei biblitecari nelle UU.SS.LL., non mancando di indicare strade per raggiungere il riconoscimento della figura del bibliotecario nello stato giuridico di questi enti. Elisabetta Robert, Morena Evangelisti e Donatella Ugolini espongono i dati della loro attività di reperimento di articoli originali: come in altre biblioteche biomediche, presso l'Istituto Tumori di Genova il servizio di ricerca bibliografica in linea ha portato ad un aumento di richiesta di documenti. Infine Silvio Henin tratteggia l'attività di una biblioteca speciale speciale, cioè una biblioteca di casa farmaceutica e Valentina Comba commenta le prime esperienze di formazione per bibliotecari biomedici. Abbiamo convogliato verso il convegno di Bologna una buona parte delle nostre energie e della produzione scientifica più recente: vogliamo quindi invitare i colleghi a seguire anche il dibattito di questo convegno, che l'Italia ospita con il convincimento che la crescita professionale più proficua si sviluppa nel confronto senza confini" p.247 -
La ricerca documentale. Istruzioni per l'uso (2013)
Per ottenere una buona informazione medico-scientifica la ricerca documentale deve essere rigorosa e tendere a produrre risultati rilevanti. L’obiettivo di quest’agile guida, rivolta a tutte le figure professionali sanitarie, è quello di aiutarle ad impostare correttamente le proprie ricerche, per recuperare informazioni utili a risolvere in tempi rapidi i quesiti clinici. Grazie a numerosi ed efficaci esempi pratici, il lettore viene accompagnato passo dopo passo nella ricerca e nell’interpretazione dei dati presenti sul web, mettendo in luce potenzialità e limiti dei diversi strumenti utilizzabili. L'obiettivo di questa guida tascabile è quello di aiutare le figure professionali sanitarie ad impostare correttamente le proprie ricerche, per recuperare informazioni utili a risolvere in tempi rapidi i quesiti clinici. -
Il problema del lavoro nel Servizio sanitario nazionale: le biblioteche e i bibliotecari nel vuoto legislativo (2000)
Il titolo non vuole essere provocatorio, ma semplicemente indicativo della situazione di disagio in cui si trovano a operare quanti, anche con elevati livelli di professionalità, esercitano la loro attività nell'ambito delle biblioteche del Servizio sanitario nazionale a causa della mancanza di riconoscimento giuridico della figura del bibliotecario/documentalista. La semplice osservazione della legislazione che disciplina il settore mostra quanto sia "indefinita" tutta la questione relativa alla gestione dell'informazione e dell'aggiornamento professionale nel SSN. Infatti, nell'ambito della legislazione sanitaria degli ultimi 30 anni è stato possibile cogliere solo brevi e generici riferimenti alle biblioteche biomediche (dal d.p.R. n. 132 del 1968, in cui la biblioteca insieme alla sala riunioni è indicata come requisito essenziale per gli ospedali, sino al d.p.R. n. 270 del 1987 in cui ancora più genericamente si accenna all'obbligo di aggiornamento professionale per il personale degli istituti del SSN, da effettuare anche attraverso l'uso di testi, riviste tecniche e altro materiale bibliografico senza, però, alcun riferimento al servizio che se ne dovrà occupare e tanto meno al personale che lo dovrà gestire). [...] -
Bioinformatics opportunities for health sciences librarians and information professionals (2004)
Esistono due ruoli molto diversi per i professionisti dell'informazione sanitaria che sostengono gli sforzi di ricerca e sviluppo in bioinformatica. Il primo è il ruolo più tradizionale perseguito nelle biblioteche accademiche di scienze della salute e nelle biblioteche aziendali. In questo ruolo, le responsabilità professionali si concentrano tipicamente sullo sviluppo della raccolta e sull'insegnamento, anche se queste attività richiedono un'istruzione o una formazione supplementari per il bibliotecario che supporta i clienti della bioinformatica. Il secondo ruolo è più spesso visto in strutture di ricerca e sviluppo o ambienti clinici, in cui il professionista dell'informazione è attivamente coinvolto nel processo di ricerca e gestione del progetto. Le responsabilità di questo ruolo possono includere il coinvolgimento nella ricerca della letteratura primaria o delle banche dati di sequenze genomiche, la gestione dei dati e delle conoscenze e la comunicazione e la scrittura tecnica collaborativa. Significativamente, questo secondo ruolo assomiglia più da vicino a quello dell'"informazionista", come indicato da Davidoff e Florance, in cui il professionista dell'informazione possiede sia una conoscenza di dominio significativa in scienza dell'informazione che competenze tecniche o biologiche specifiche, compresa la comprensione delle conoscenze applicate nella ricerca o nel contesto clinico. -
Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca: il potere delle parole per misurare l'impatto (2019)
In questi anni nella biblioteconomia italiana ha cominciato a diffondersi una diversa cultura della valutazione nella quale il tema dell'impatto sociale e dell'analisi dell'utenza sono diventati centrali. Centrali dal punto di vista teorico, tuttavia ancora marginali nella pratica della ricerca empirica a causa di una scarsa diffusione degli strumenti che ne facilitino l'applicazione nei diversi contesti. A fronte di questa evidenza si è diffusa una sensibilità verso le tecniche qualitative ed è avvertita l'urgenza e la necessità della comunità professionale di approfondire non solo le caratteristiche del metodo ma anche i percorsi e i temi di ricerca possibili: l'analisi dell'utenza potenziale, lo studio dei bisogni della comunità, l'approfondimento della percezione, dell'identità e del radicamento, lo studio delle biblioteche come organizzazioni. Il volume si focalizza su questi temi e in particolare su quello dell'impatto, da intendersi non solo come una misura ma anche come potente strumento di comunicazione che può favorire il riconoscimento della presenza stabile e capillare delle biblioteche e un allontanamento della marginalità alla quale a volte sembrano essere destinate. -
Carte del nuovo mondo: banche dati e open access (2017)
Lungi dall'essere soltanto contenitori tecnologicamente efficaci, le banche dati trasformano il contenuto stesso mentre lo ricevono e lo diffondono. L'Open Access ha affrontato la questione ridefinendo valori e prezzi, diritti e regole d'uso, offrendo trasparenza e accessibilità a tutti, a scienziati, studiosi, insegnanti, studenti, e a ogni mente curiosa. Il libro traccia una storia delle banche dati attraverso esperienze radicate nei luoghi e nelle comunità: dalla città-laboratorio di Los Alamos alle prestigiose università statunitensi; dall'ospedale di Bethesda, il più grande del mondo, all'information retrieval degli anni Sessanta, all'olio di Lorenzo e al Progetto Genoma. Il sapere più prezioso è ora disponibile liberamente nei repository -
Quando le biblioteche, anche biomediche, incontrano la comunità: I "Laboratori bibliosociali" in collaborazione con Animazione Sociale [2020]
Laboratori bibliosociali - Percorso collettivo di ricerca e confronto sul ruolo socioculturale delle biblioteche oggi in vari territori d'Italia.[...una competenza da acquisire anche per le biblioteche biomediche, i cui utenti sono innanzitutto dei cittadini, un intreccio di saperi di forte impatto!]