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National Library of Medicine. Digital Collections
Digital Collections provides access to the National Library of Medicine's distinctive digital content in the areas of biomedicine, health care and the history of medicine. Our unique digital collections are freely available for download worldwide and in the public domain unless otherwise indicated. -
Che cos' è una biblioteca digitale? (2005)
Viviamo in un’era tecnologica e in particolare in un periodo dominato dalla tecnologia digitale. Per molti, la tecnologia digitale sembra avere il potere di realizzare ogni nostro desiderio, migliorare la nostra vita, moltiplicare le nostre possibilità e anche trasformare la società in cui viviamo, che diventa la Società dell’informazione o della Conoscenza, fino a ridisegnare il corso della storia. Per altri invece, la tecnologia digitale è un fattore di forte discontinuità con un passato che si vorrebbe conservare inalterato o di cui, in ogni caso, si vorrebbero difendere alcuni “valori” che sembra potrebbero andare persi. Le biblioteche digitali si trovano a nascere ea svilupparsi in questo contesto. -
Broaden the Horizons: diversity, partnership and innovation with a human touch. European Association for Health Information and Libraries 2022
"After two years of virtual events, EAHIL 2022 conference will be held in presence in Rotterdam, NL, where you will have the opportunity to share knowledge and innovations, meet (new) health information colleagues and build partnerships and networks. We are going to celebrate the diversity of colleagues, clients and subjects in our field, with the ultimate goal of broadening your horizons." Dopo due anni di eventi virtuali, la conferenza EAHIL 2022 si terrà in presenza a Rotterdam, NL, dove avrete l'opportunità di condividere conoscenze e innovazioni, incontrare (nuovi) colleghi professionisti dell'informazione biomedica e costruire partnership e reti. Celebreremo la diversità di colleghi, clienti e soggetti nel nostro campo, con l'obiettivo finale di ampliare i vostri orizzonti. Anche Gidif Rbm è presente -
Library and communication skills for the sake of scientific heritage and health promotion: new spaces, new opportunities at the Italian National Institute of Health (2022)
Nell'ambito di un progetto per la promozione del patrimonio storico, artistico e culturale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), vi è l'apertura del Museo che è stato inaugurato nel 2017 con l'intento di preservare la storia del principale istituto italiano di ricerca e di promuovere un comportamento sano tra la popolazione. Un'area del Museo è dedicata alle mostre temporanee ed è ora dedicata alla pandemia COVID-19. L' ISS ha recentemente realizzato un sito web - https://arch.iss.it - che raccoglie immagini relative ad antiche (oltre 16.000 fotografie digitalizzate) su e attuali raccolte di materiale multimediale prodotto a scopo istituzionale nel corso degli anni, a partire dai primi anni '30 del XX secolo. Fa parte del patrimonio dell' ISS anche una collezione di oltre 1000 strumenti scientifici e di circa 100 oggetti (statue, dipinti ecc.) di interesse artistico. Tale archivio multimediale è stato presentato nella conferenza EAHIL 2022 a Rotterdam -
Premio Giorgio De Gregori 2021 – Verbale della Giuria
[...] la Giuria ha stabilito all’unanimità di attribuire il premio dell’edizione 2021 a Virginia Scarinci per l’opera Biblioteche e medicina narrativa: percorsi di qualità tra cura e cultura, con la seguente motivazione. Il lavoro di Virginia Scarinci è la tesi di laurea magistrale in Archivistica e Biblioteconomia discussa dall’autrice presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza – Università di Roma nell’a.a. 2020-2021. Oggetto del lavoro è un’analisi dei contributi forniti dalle biblioteche e dai bibliotecari nell’ambito di progetti e studi di medicina narrativa, focalizzandosi in particolare sulla descrizione della collaborazione della biblioteca dell’Istituto Regina Elena, nonché su altre esperienze di medicina narrativa realizzate in Italia con la cooperazione delle biblioteche. La medicina narrativa è un approccio innovativo che, attraverso l’integrazione della narrazione nella pratica clinica, consente di riportare il paziente al centro del processo di cura. Questa metodologia sta diventando con il passare del tempo sempre più importante nel panorama della salute, cosa che assume un particolare significato nel particolare momento storico che stiamo vivendo. Il lavoro si articola in quattro capitoli, il primo dedicato alla descrizione dello stato dell’arte su cura e cultura, il secondo alle esperienze bibliotecarie italiane su medicina narrativa e biblioterapia, il terzo a un approfondimento sul progetto “Raccontami di Te” dell’Istituto Regina Elena, il quarto ai possibili sviluppi futuri. Il risultato è un lavoro originale e ben strutturato, che affronta un tema di grande attualità e interesse, in particolare in questo momento storico, e che offre approfondimenti su esperienze e casi di studio da cui partire per progettare altri sviluppi. [...] -
BAL Lazio – Biblioteca Alessandro Liberati del Lazio
L’iniziativa [ BAL Lazio – Biblioteca Alessandro Liberati del Lazio] è promossa dalla Direzione Regionale della Sanità della Regione Lazio, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio e con il supporto delle Aziende Sanitarie della Regione stessa. -
How the New Web Generations are Changing Library and Information Services (2010)
LA RIVOLUZIONE DEL WEB 2.0 NELLE BIBLIOTECHE E NEI CENTRI DOCUMENTAZIONE (2008) Il gruppo di studio Gidif, Rbm sul Web 2.0, ha partecipato al Convegno EAHIL nella sezione dedicata alla nuove tecnologie con una presentazione orale, proponendo l’analisi di alcuni nuovi trend e la risposta socio-attitudinale dei fruitori al loro utilizzo. Il professionista dell’informazione è testimone dell’evoluzione delle potenzialità dei sistemi quali la posta elettronica, le chat lines e le liste di distribuzione ed è attore della disseminazione efficace dell’informazione attraverso i linguaggi di marcatura e le modalità ipertestuali. I nuovi tools descritti ed analizzati nella presentazione, sono strumenti perfettamente compatibili con la professione di bibliotecario/documentalista, anzi ne esaltano ruolo e professionalità. Presentato a XI EAHIL Congress – New Information Space Innovation and Renovations- Helsinki (Finland), 23-28 June 2008. Journal of European Association of Health Information and Libraries, 2009, 5 (1), 3 Medical Reference Services Quarterly 2010, 29 (2), 132 -
Consumer and Patient Health Information Services Caucus (2001)
The Consumer and Patient Health Information Services Caucus (CAPHIS) connects health sciences librarians and other consumer health information specialists with a forum, educational opportunities, and specific resources for patients, their families, and other consumer health information users. -
Institutional Repositories e riviste Open Access danno più impatto alla ricerca: le nuove metriche di valutazione (2006)
Presentazione alla Conferenza "La pubblicazione scientifica in medicina: tools per l’autore", Perugia, 13 luglio 2006 -
Meglio il libro o l’e-book? (2009)
Chi sono gli utenti della vostra biblioteca? Siamo una biblioteca specialistica materno-infantile, dedicata esclusivamente all’aggiornamento del personale laureato dell’IRCCS. Il Burlo Garofolo ha una vocazione specialistica per l’area materno-infantile. Avete anche una biblioteca dedicata ai bambini o alle mamme? Abbiamo periodici perlopiù in lingua inglese, con una specializzazione specifica in pediatria e in ostetricia-ginecologia, senza dimenticare ciò che attiene la medicina riproduttiva e la procreazione medicalmente assistita. Però, tutte le pubblicazioni di cui disponiamo sono consultabili esclusivamente dagli interni dell’Istituto. Esistono comunque, degli angoli riservati ai piccoli pazienti con libri e giochi, come ad esempio nella sala d’attesa del Pronto Soccorso, nella sala giochi della Clinica Pediatrica o in quella della Chirurgia Pediatrica. La consultazione da parte degli utenti avviene in biblioteca o attraverso la rete? Assolutamente, on-line. È una modalità chiaramente più rapida di accesso alle risorse ed è possibile fare ricerche più puntuali e veloci... -
Non più topi da biblioteca (2009)
Il bravo bibliotecario oggi deve essere un po‘ “smanettone“? Probabilmente, sì. Un limite grosso che riscontro spesso è quello della formazione dei bibliotecari e, sebbene io non abbia mai frequentato un corso di laurea in biblioteconomia, mi sento di muovere una piccola critica al modo in cui sono organizzati i corsi. Si studia diplomatica e letteratura latina, ma non si ha familiarità con i programmi di grafica e web design, che invece rappresentano strumenti necessari come il pane nelle biblioteche di oggi, perché di continuo capita di dover realizzare la grafica per un’applicazione o effettuare modifiche all’HTML di una pagina web e sono pochissimi coloro che riescono a farsi carico di questi compiti. E tra coloro che ci riescono, non sempre vi sono i più giovani, che spesso non hanno competenze tecnologiche o che comunque non sempre sono interessati a formarsi in questo senso... -
Sognare a pagine aperte (2009)
Carta d’identità della biblioteca Cosa caratterizza la vostra biblioteca? [Biblioteca scientifica "Giovanni Maria Guiso" della Asl n.3 di Nuoro] Per garantire a tutti i dipendenti la possibilità di accedere al servizio, abbiamo pensato di privilegiare le risorse on line, accessibili da tutti i computer aziendali, tramite indirizzo IP: oggi, da tutte le strutture della Asl di Nuoro è possibile accedere direttamente alle riviste, fare ricerche bibliografiche, chiedere e ricevere informazioni. Questo servizio è stato pensato perché sebbene il territorio sia stato ridimensionato, con l’istituzione di nuove provincie, l’Azienda è ancora molto estesa, con molteplici sedi anche molto distanti fra loro... -
Pare facile (2009)
Alla Biblioteca medica di Reggio Emilia si fa formazione? Moltissima. La nostra Azienda ha iniziato molto presto a impegnarsi per la diffusione dei principi della medicina basata sulle evidenze (EBM): nel 2001-2002 abbiamo cominciato a parlarne e nel 2003 è iniziata un’attività intensiva di formazione di base diretta a tutti i professionisti. Per professionisti intende non solo i medici, ma in generale tutte le professioni sanitarie? Nella nostra realtà, Provincia, Regione, Aziende sanitarie, ospedaliera e azienda USL, hanno lavorato insieme. La mia è la biblioteca clinica dell’Azienda sanitaria della Provincia di Reggio Emilia: quindi, la biblioteca è una e gli impegni economici sono condivisi. Il progetto iniziale era quello di creare una med – community per l’appropriatezza della pratica clinica. I punti cruciali erano quelli di formare professionisti, fare conoscere anche tutti principi della EBM, mettere a disposizione dei professionisti le risorse elettroniche, dal punto di vista documentario, dunque, educare e formare i professionisti al loro utilizzo scientifico... -
I bibliotecari insegnano…(2008)
Quanto insegnano i bibliotecari? Da noi [Centro per la Valutazione dell'Assistenza Sanitaria, CEVEAS, Modena] tantissimo. Per i corsi interni facciamo una media di 25 giornate all’anno: sono i corsi generali, quindi aperti a tutti. Poi facciamo corsi specifici per settore, ad esempio, il settore infermieristico o quello psichiatrico. Nella nostra Azienda i vari servizi possono chiedere corsi ad hoc per le specifiche utenze e in genere si tratta di due o tre mezze giornate. Quante persone partecipano al corso? In media 15... -
Le fonti migliori hanno un costo (2008)
In che misura i progressi dell’Information Technology hanno cambiato il lavoro del bibliotecario e del documentarista scientifico? I progressi nell’Information Tecnology non hanno avuto una influenza particolare sulle fonti di informazioni, che da sempre sono definite come infinite, ma sulla loro gestione e diffusione. Mentre in passato ciò avveniva principalmente attraverso un sistema cartaceo, oggigiorno, ai sistemi che ormai possiamo definire “classici” (banche dati, data proceessing, posta elettronica e Internet) dobbiamo aggiungere il Web 2. 0. Gli strumenti del Web 2. 0, ovvero blog, wikis, social-networking, podcasting, videopodcasting e così via, facilitano la collaborazione e lo scambio di informazione tra individui, e permettono ad ognuno di diventare editore aggiungendo, modificando e diffondendo le informazioni, comprese quelle in audio e video. Questi strumenti ben si adattano al mondo delle biblioteche e dei centri di documentazione favorendo una maggiore interattività con gli utenti e una maggiore partecipazione da parte di questi che possono così contribuire sia all’arricchimento delle fonti di informazione sia alla diffusione delle informazioni stesse. Come sono state colte, dalle industrie farmaceutiche, le opportunità della “rivoluzione digitale” dell’informazione?... -
Il web 2.0 ci cambierà la vita (2008)
Il ricercatore scientifico legge? Deve leggere, è uno dei suoi obblighi in un certo senso. Diversamente, non sarebbe aggiornato. I vostri utenti leggono con regolarità le riviste mediche o al bisogno, per trovare informazioni? È difficile rispondere alla domanda, perché avendo ormai tutti il collegamento elettronico, sfuggono ad un nostro controllo. Direi, comunque, che leggono senz’altro un certo numero di riviste, che ogni utente sceglie e continua a seguire nel tempo con regolarità. Molti, per esempio ricevono gli e-alert sugli aggiornamenti. Le altre riviste, quelle considerate un po’ più marginali rispetto al proprio lavoro, vengono consultate al bisogno, per esempio per fare una ricerca; e a questo punto, noi ce ne accorgiamo, perché ci chiedono anche copie di lavori che non abbiamo. Dunque, i ricercatori ne fanno un uso abbastanza informato… Sicuramente. E questo anche grazie alla partecipazione ai corsi di formazione che noi organizziamo... -
Indovina chi viene in Biblioteca? (2008)
Il personale ospedaliero legge? Il personale ospedaliero legge abbastanza, poi molto dipende dalla specialità di cui fa parte: è chiaro che un medico che fa ricerca è più portato a mantenere un aggiornamento costante in campo scientifico. Leggono molto gli studenti del corso di laurea in scienze infermieristiche, che frequentano la biblioteca per la preparazione degli esami o la redazione della loro tesi. Cosa porta medici, infermieri, farmacisti o dirigenti sanitari in Biblioteca? Dipende dall’utente, i medici vengono soprattutto a recuperare degli articoli precisi, di cui hanno già i riferimenti bibliografici, ma non mancano casi di medici che vengono a sfogliare l’ultimo numero della rivista della loro specialità o di pubblicazioni importanti come The Lancet, BMJ, New England, per il piacere dell’aggiornamento. Diverso è il discorso per quanto riguarda gli studenti che, oltre al recupero di articoli precisi, molto spesso chiedono un aiuto nella ricerca nelle banche dati a nostra disposizione o nel nostro catalogo... -
Competenza, sicurezza, efficacia (2008)
[...] Nella sua esperienza, esistono differenze evidenti tra i “reading habits” di medici e quelli di altri operatori sanitari? Sicuramente: il medico da sempre è abituato allo studio, quindi alla valutazione, alla selezione, alla sintesi. Ciò lo rende in grado di potersi dedicare in maniera più mirata alla lettura di testi o riviste scientifiche, possedendo il background necessario per estrapolare le notizie utili al suo aggiornamento senza un dispendio di tempo e di energie troppo elevato. Anche tra gli infermieri professionali di ultima generazione ed i fisioterapisti, almeno nella realtà di Ferrara, si sta nettamente ampliando la fascia di coloro che ritengono prioritario un aggiornamento costante attraverso la lettura di periodici scientifici e la ricerca efficace di letteratura. Per quanto riguarda la scelta delle letture, nonostante la consapevolezza che l’inglese sia la lingua scientifica per antonomasia, c’è comunque la tendenza a preferire, comprensibilmente, materiali in lingua italiana e a stampa. Così come chi utilizza la rivista elettronica tende, in fase di studio, a preferire il contatto fisico con la carta.... -
Dietro la Biblioteca Medica Virtuale (2008)
A quante riviste è abbonata la vostra Biblioteca? A circa 1300 riviste a stampa e circa 5000 riviste elettroniche. Queste ultime in gran parte le acquisiamo tramite consorzi. Questa Biblioteca possiede anche dei fondi speciali? Sì, la Biblioteca dell’Istituto possiede due fondi speciali: quello dei libri Rari e di pregio ed il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per quanto riguarda i Rari, si tratta di circa mille esemplari stampati tra il XVI secolo e la prima metà del XIX. Attualmente è in corso un progetto, in parte finanziato dal Ministero della Università e della Ricerca, finalizzato alla catalogazione in linea di questo materiale ed alla digitalizzazione di parte dei testi. E il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità? La collezione dei documenti OMS nasce dalla antica collaborazione tra il nostro Istituto e questa Organizzazione di rilevanza internazionale. La Biblioteca funge da depositaria dei documenti OMS e dal 1991 è anche sede di uno dei Centri di Documentazione OMS per l’Italia con compiti di raccolta, archiviazione e diffusione della documentazione prodotta dall’OMS. -
Il futuro dipende dalle biblioteche (2016)
Avvicinandosi a una pausa, cerchiamo il mare, il fresco, i libri. Magari uno di quelli messi via nel corso dell’anno: lo leggo quest’estate, come se l’estate fosse infinita, capace di ospitare le mille pagine del libro di Edoardo Albinati, e non fatta da quei pochi giorni stretti tra il fare e il disfare la valigia. Il domani dipende dalle biblioteche perché l’oggi mortifica le parole, sciupa la base del comunicare. Ha scritto Neil Gaiman che leggere insegna nuove espressioni, sollecita nuovi pensieri, fa andare avanti. “We navigate the wolrd with words” perché le parole aiutano a capire gli altri. Il domani dei bambini dipende dalle biblioteche. Da quelle che hanno in casa, dai libri che vedono leggere ai genitori o ai fratelli grandi. Dalle biblioteche di quartiere alle biblioteche mantenute testardamente aperte nei lavatoi del condominio storico dei ferrovieri di Porta Portese a Roma, nelle vie dei quartieri disagiati o nelle chiese sconsacrate come quella della SS. Annunziata nel vicolo delle Balate di Palermo. Le biblioteche riguardano la libertà, di leggere, di avere idee, di comunicare. Vanno protette, promosse, sviluppate, coccolate. Va preservata la memoria di cui sono portatrici con le pagine di cui son fatte.... -
Che tradizionalisti, questi medici in biblioteca (2008)
Chi usa la biblioteca di Laziosanità? Il personale interno, i medici esterni alla struttura, laureandi, ricercatori, e utenti affezionati da anni e facciamo di tutto per aiutarli. C’è anche un’attività abbastanza intensa di document delivery, soprattutto nei confronti di altre biblioteche italiane. Gli interni sono soprattutto specialisti in ambito epidemiologico, ma l’utenza è un po’ cambiata, oggi è più varia. La vostra è una biblioteca caratterizzata? Sì, la biblioteca mantiene la propria impronta, di raccolta di sanità pubblica, il nostro responsabile scientifico tiene a conservare un orientamento alla public health... -
Meno scaffali più computer…(2008)
Chi frequenta la Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma? Principalmente i nostri studenti e specializzandi. Gli studenti vengono qui soprattutto per studiare per gli esami, quasi sempre portandosi i propri libri. Vengono anche utenti esterni di altre facoltà romane che hanno bisogno delle nostre risorse. Non soltanto, però, studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria, dal momento che le nostre strutture didattiche ospitano anche dei corsi della facoltà di Economia. E i medici, infermieri e farmacisti? Soprattutto medici e docenti si collegano online alle risorse della Biblioteca, perché hanno poco tempo per venire in Biblioteca. In generale, il personale sanitario è sempre più abituato a utilizzare internet per le proprie ricerche bibliografiche. Gli infermieri, non avendo tutti a disposizione una postazione dotata di computer, non consultano molto le risorse elettroniche... -
Chi legge non paga (2009)
L’open access è compatibile con il peer reviewing e la pubblicazione di studi di qualità? Sicuramente. L’accesso libero riguarda la disseminazione del sapere e delle informazioni nella comunità scientifica e non le modalità di produzione e controllo della qualità. Si tratta, comunque, di due piani separati: il processo di peer reviewing si riferisce al controllo di qualità dei contenuti scientifici di una pubblicazione; l’open access riguarda la modalità e il fatto che quei contenuti possano essere accessibili. I costi della pubblicazione e quindi, anche del peer reviewing possono essere pagati dagli editori o sostenuti attraverso modelli nuovi, in cui non sono i lettori a pagare, ma gli stessi autori o le loro istituzioni o gli enti che finanziano la ricerca. I costi, naturalmente, ci sono e l’idea del movimento dell’open access è che il lettore, cioè chi è a valle, deve potere accedere a questa informazione validata, di qualità, ma senza pagare. Oggi, la rete, la tecnologia ci permette il massimo di disseminazione dei contenuti scientifici di qualità, ma vanno cambiati i modelli di produzione e di pagamento, che al momento escludono coloro che non possono sostenere questi costi. Archiviazione a lungo termine e pubblicazioni ad accesso libero possono andare d’accordo? Al momento non ci sono soluzioni, nè garanzie sulla durabilità degli strumenti digitali, ma questo non toglie che si continuino a produrre informazioni anche solo in formato digitale. Bisogna certamente investire nelle tecnologie di conservazione a lungo termine e questo vuol dire utilizzare degli standard, quando si producono contenuti in formato elettronico, in maniera tale che potranno migrare man mano che la tecnologia va avanti. Io sono dell’avviso che, in particolare per i contenuti scientifici, bisognerebbe adottare il modello del print on demand: in futurotutte le riviste scientifiche che non avranno una massiccia diffusione saranno soltanto elettroniche. Bisognerà porsi dunque, il problema di investire nei costi relativi per renderle accessibili a lungo termine. Il print on demand del documento dà la possibilità a chi lo voglia comprare di tenerlo nel proprio scaffale o nella libreria delle biblioteche. Queste ultime, quindi, dovrebbero dotarsi di quelle tecnologie che permettono non di fare la stampa del *pdf, ma di avere il fascicolo della rivista o della monografia. È una soluzione possibile, una modalità economicamente conveniente per tutto il materiale prodotto scientificamente, che non avrà mai una diffusione in termini di milioni di copie: stampi soltanto ciò di cui hai bisogno e la stampa diventa un prodotto di nicchia che, però, ha costi bassi.